La fabbrica cinese è realizzata con tecnologie e secondo gli standard Fiat e nel 2013 assemblerà centomila Viaggio che saranno esportate anche in Europa e America (l’operaio cinese guadagna un quinto di quello italiano, circa 275 euro). I 1.800 dipendenti che sono tutti giovanissimi (età media 21,5 anni) saliranno a tremila a fine anno. La capacità produttiva può arrivare a 250 mila unità l’anno e nell’area dell’impianto hanno realizzato le loro strutture anche otto storici fornitori del costruttore italiano. Marchionne sta lavorando per una seconda fabbrica che dovrebbe occuparsi di produrre le Jeep in Cina, un marchio molto apprezzato dagli automobilisti locali, il primo occidentale a sbarcare nel paese della Muraglia negli anni Ottanta (prima di Volkswagen e Peugeot). Anche l’Alfa Romeo tornerà in Cina, ma al momento non è prevista produzione sul posto.
Caso Pomigliano, Folklore locale faremo ricorso
notizia del giorno: 29 giugno 2012 - ore: 7:00
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Sergio Marchionne entra a gamba tesa. Dalla Cina, dove è giunto per inaugurare l’impianto di Changsha, l’ad Fiat attacca la sentenza che obbliga il Lingotto all’assunzione di 145 iscritti alla Fiom nello stabilimento di Pomigliano: «Questa legge non esiste in nessuna parte del mondo. Un evento unico che interessa un particolare paese che ha regole particolari che sono folcloristicamente locali». Si farà ricorso e «rispetteremo le sentenze», ha aggiunto comunque Marchionne. Ma non è bastato a placare l’ira di sindacati e sinistra. «Qualcuno dovrebbe spiegare a Marchionne che in Italia esiste la Costituzione», ha commentato il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. Mentre le forze della sinistra, dal Partito Democratico a Sinistra Ecologia Libertà accusano Marchionne di offendere le conquiste dei lavoratori. Marchionne ha anche parlato dell’euro, «c’è la possibilità che imploda, ma io sono speranzoso», si è preso tutte le colpe per il netto ritardo dello sbarco in Cina, «ho rimpianti, ma non c’è nulla che possa fare», e confermato che Fiat presto acquisirà un altro 3,3% di Chrysler, arrivando al 61,8%.
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